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La storia che non ti aspetti


di in_due
26.02.2019    |    10.579    |    14 8.3
"Il capo non è propriamente un bell'uomo o comunque non il tipo con cui andrebbe volentieri a letto, ma non le ha dato la sensazione di un libidinoso, anzi..."
La storia che non ti aspetti

E' da qualche giorno che non mi collego al sito A69 ed in home page sono evidenziati tre messaggi da leggere.
I primi due sono consuete richieste di un paio di singoli, il terzo messaggio invece cattura la mia attenzione.
Lo pseudonimo è particolare, ed in sintesi dice che chi mi scrive è incaricato da una nota casa editrice per trovare dei talenti della scrittura erotica in quanto stanno lavorando ad un progetto per la pubblicazione di una raccolta di racconti a tema.
Mi si scrive che sono stati letti tutti i racconti da me pubblicati e che è stato apprezzato particolarmente lo stile molto curato, la forte carica erotica senza mai cadere nella volgarità, l'originalità di alcuni soggetti ed una buona sfumatura introspettiva.
In definitiva, vengo invitato a dare la mia eventuale disponibilità ad un incontro scrivendo ad un indirizzo e-mail e rassicurandomi che non si tratta di uno scherzo o di una truffa per spillare soldi.

Rileggo dubbioso un paio di volte il contenuto del messaggio, quindi utilizzando il dominio dell'indirizzo di posta indicato, riesco a risalire ad una società ed appurare che in effetti si tratta di una casa editrice e che la cosa potrebbe essere veritiera.

Sono ancora un po' titubante, mi si chiede di mandare i miei dati e recapiti personali, essendo iscritto con un profilo di coppia preferirei ovviamente tutelare l'anonimato per non trovarmi un domani ad essere oggetto di possibili ricatti. Lo so, sono forse un po' fissato con questa cosa, ma se ne leggono di tutti i tipi sui giornali ogni giorno, e darsi dello stupido a posteriori per esser stati ingenui è un attimo.

Fatto sta che rispondo dopo due giorni. Non mando una mail come richiesto, ma rispondo al messaggio attraverso il sito, motivando la mia scelta con una richiesta di anonimato necessaria almeno fino a che non vengano definiti maggiori dettagli.

La risposta arriva quasi immediata, la persona comprende perfettamente e anzi condivide la mia prudenza dicendo che non ci sono problemi e che per fissare un incontro, in base alla mia disponibilità potevamo anche accordarci direttamente tramite la messaggistica.

Tralascio i vari scambi successivi, ovviamente ho messo al corrente da subito anche la mia compagna ed alla fine abbiamo valutato che forse poteva trattarsi veramente di una opportunità, già in passato avevo ricevuto dei riconoscimenti scrivendo racconti di tutt'altro genere e non sembrava così inverosimile questo interessamento alla mia persona ed alle mie qualità.

Dieci giorni dopo arriviamo nel posto prestabilito per l'incontro, siamo nell'hinterland milanese, un elegante hotel, non proprio di categoria ma più che dignitoso e all'apparenza recentemente rinnovato.
Alla reception è fissata una camera a nome della casa editrice e ci vengono chiesti i documenti di identità per la registrazione.
Veniamo dunque invitati dopo una veloce rinfrescata, a trovarci nella sala ristorante per la cena dove ci avrebbero atteso gli altri commensali.

Tardiamo leggermente a scendere, Lea aveva un gran mal di testa dopo il viaggio in auto ed arrivata in hotel ha preso un cachet che ha impiegato un po' per iniziare a fare effetto.

Veniamo accompagnati dal cameriere fino ad un tavolo rotondo un po' in disparte, verso il fondo della sala.
Appena ci avviciniamo un elegante signore sulla quarantina con un sorriso a trentadue denti si alza e dopo averci salutati aiuta Lea a prender posto accompagnandole con gentilezza la sedia.
Assieme a lui una bellissima ragazza, decisamente più giovane di lui, pure lei in un abito elegante ed un aspetto discreto e professionale.
Dopo alcuni convenevoli durante i quali ci viene chiesto come fosse andato il viaggio e se fosse di nostro gradimento l'hotel, ordiniamo da bere. Al tavolo è pronto un quinto coperto e ci viene spiegato che è per l'amministratore della società che ci raggiungerà più tardi per il dessert e per trattare assieme i dettagli della questione.

La cena è deliziosa, sia il tipo che la ragazza sono molto cordiali e simpatici, non sembrano essere una coppia come avevo pensato inizialmente, sembrano piuttosto essere colleghi. Ogni tanto azzardano qualche domanda più personale e qualche sguardo di intesa tra loro alle nostre risposte fa presagire una certa complicità e dimestichezza a questo genere di incontri.
Lea non è molto ciarliera, ma si trova evidentemente a suo agio, l'emicrania sembra dimenticata e dopo i primi bicchieri di vino è decisamente più sciolta.

Verso la fine del pasto, la ragazza ci riporta al motivo dell'incontro affrontando per la prima volta l'argomento e domandandomi di uno dei miei racconti che, tra gli altri, l'ha colpita particolarmente.
Guarda tutti e due negli occhi e ci domanda se si tratta di fatti realmente accaduti o di mera fantasia.
Lea sorride e le risponde che a parte alcuni spunti ispirati da fatti realmente accaduti, in realtà le trame dei vari racconti sono tutte di fantasia, tutte tranne uno....
La ragazza dice di aver un po' invidiato Lea durante quel racconto, sapere che si tratta solo di fantasia la lascia po' delusa, ma ancor di più apprezza la capacità di descrivere così bene fatti che in realtà non sono realmente mai accaduti.
Detto questo le accarezza un braccio e poi si sofferma qualche istante sfiorandole la mano.
Il racconto in questione verte su di un menage a trois con una nostra amica, e guardando l'espressione sul volto della giovane ragazza, è un attimo fantasticare su cosa l'abbia potuta far rimanere delusa.

Ma ecco arrivare anche l'ultima persona che aspettavamo, un signore sulla cinquantina alto e robusto con la barba, anche lui molto elegante. Quando entra in sala entrambi si alzano prontamente e gli vanno incontro per salutarlo, giunti al tavolo procedono con le presentazioni.
Dopo aver ordinato assieme a noi un dessert e qualcosa da bere, il tizio ci squadra un po' e in modo diretto ci dice che essendo già tardi non vuol girare tanto intorno alla questione.
Lui non ha letto i racconti ma i suoi due collaboratori hanno molto insistito affinché ci conoscesse.
Qualche domanda di rito, in particolare sembra abbastanza attratto da Lea e dalla scollatura del suo vestito, non particolarmente generosa ma quel tanto che basta per catturare lo sguardo.

Dopo il caffè ci spostiamo ad un tavolo della sala adiacente e ci mettiamo comodi.
A questo punto il boss mi guarda negli occhi con uno sguardo molto serio e mi dice che deve esser sicuro che ciò che ho scritto è farina del mio sacco e che dovrà verificare le mie capacità chiedendomi di scrivere un nuovo racconto in loro presenza.
Quindi invita la giovane ragazza ad accompagnare Lea in camera ad attenderci e per farle compagnia mentre avremmo approfondito la questione “tra uomini”.

La ragazza prende per mano Lea, assieme vanno a chiedere la chiave della stanza alla reception. Lea si volta a sorridermi mentre si aprono le porte dell'ascensore che da li a poco le inghiotte per portarle ai piani superiori.

Ora amico mio, le suggerisco il tema ed i personaggi; lei si mette comodo ed inizia a raccontarmi la trama del racconto come se stesse scrivendo sulla tastiera del suo computer.

Rifletto un momento senza obbiettare, la prova non è semplice, ma non è da me cercare giustificazioni. Accetto e lo invito a darmi gli spunti.

La sua compagna è salita con la mia assistente in ascensore, hanno chiesto al cameriere al piano di portare una bottiglia in camera. Ci racconti un po' cosa accadrà adesso.

Bene.

L'ascensore sale al secondo piano, una volta uscite, Lea si dirige a destra verso la nostra stanza ma la sua assistente la ferma dicendole di seguirla nell'altra direzione.
Si fermano davanti alla porta di un'altra stanza, qui dopo aver bussato si sente una voce femminile che le invita ad entrare. E' sua moglie che l'ha accompagnata come di consueto a questi incontri ma che ha preferito non unirsi alla tavola per la cena.
E' una bella signora di mezza età, indossa un babydoll , autoreggenti ed una piccola vestaglia nera piuttosto trasparente.
Si rivolge con confidenza alla sua assistente chiedendole di presentarle Lea, quindi si complimenta per l'eleganza e per il suo aspetto curato e giovanile.
Lea sembra sorpresa di questa situazione e non è del tutto a suo agio. La invitano a sedersi sul letto e a levarsi le scarpe per dar sollievo ai piedi.
Nel frattempo l'assistente si sveste e con molta naturalezza rimane completamente nuda, quindi sorridendo si scusa e si dirige in bagno.

Si sente bussare alla porta, Lea tira un sospiro di sollievo, era praticamente in apnea, imbarazzata sul da farsi.

Il cameriere entra e lascia un vassoio con due bottiglie di champagne dentro al cestello del giaccio ed alcuni calici. L'occhio attento di Lea osserva e nota che i bicchieri sono sei e non tre, ma si astiene dal porre domande.

Riappare l'assistente che nel frattempo doveva essersi data una rinfrescata, riempie tre calici e porge da bere sia a Lea che alla signora.
Lea non può fare a meno di osservare il suo corpo. Non è altissima ma le gambe sono slanciate e perfette. Il ventre piatto ed il seno una terza generosa che sembra scolpita da quanto è soda. Non sembrerebbe rifatto ma naturale. E' completamente depilata, le labbra del suo ventre sono sottili e socchiuse. Non ha nulla di volgare, si muove con naturalezza, perfettamente a proprio agio.
Terminato il primo bicchiere, la signora invita Lea a mettersi a sua volta in libertà indicandole il bagno per potersi rinfrescare a piacere.

Lea è un po' spiazzata, temeva questa proposta e sperava non arrivasse. Non vuol farsi vedere in imbarazzo, annuisce ed entra nel bagno rinchiudendo la porta alle sue spalle.
Si guarda allo specchio, si domanda cosa stia facendo in quella situazione e l'istinto è quello di uscire e spiegare che forse è vittima di un malinteso per rifugiarsi al sicuro nella sua stanza.

Poi pensa al suo compagno, forse si sta giocando un'opportunità unica e non vuole essere lei a guastare tutto. In fin dei conti non sa ancora fino a che punto si vogliano spingere le altre due donne. Ripensa ai sei calici nel vassoio e spera che presto nella stanza vengano raggiunte dagli altri e quindi anche dal suo uomo.
A quel punto però riflette che forse è in programma un'orgia e per un momento le manca di nuovo il fiato. Non ne hanno mai preso parte, sebbene abbiano trasgredito in tante maniere, hanno sempre escluso le ammucchiate per non trovarsi mai a dover soddisfare persone che non conoscevano o comunque non potevano scegliere. Non sono mai stati amanti della promiscuità.
L'assistente però in fin dei conti è un bell'uomo, e la collega una bellissima ragazza che sicuramente piacerebbe al suo compagno. Il capo non è propriamente un bell'uomo o comunque non il tipo con cui andrebbe volentieri a letto, ma non le ha dato la sensazione di un libidinoso, anzi l'ha fatta sentire a suo agio senza imbarazzi, ed anche la moglie sembra una persona molto cordiale e piacevole anche fisicamente.

Si spoglia completamente, ripone gli abiti in ordine e di istinto si siede sul bidè per lavarsi. Quando si accarezza scopre di essere piuttosto eccitata, le labbra sono leggermente gonfie e dischiuse e quando passa leggere le dita con il sapone intimo, trova una calda viscosità che non lascia dubbi sul suo stato d'animo.

Un po' imbarazzata si asciuga, prende fiato e ritorna nella stanza da letto.
La scena che le si presenta agli occhi è un po' disarmante. Le due donne sono distese sul letto, entrambe completamente nude, impegnate in un sessantanove. Resta un po' interdetta e indecisa sul da farsi, avvicinarsi o restare a guardare a distanza.
Le osserva in silenzio c'è molta tenerezza nello scambio di effusioni, non c'è volgarità, non c'è foga ma molta tranquillità come se si trattasse della cosa più naturale di questo mondo.
Lea è sempre stata dichiaratamente etero e non ha mai avuto pulsioni per una donna, la novità però non la lascia indifferente, un po' la turba ed un po' la incuriosisce.
Solo dopo qualche minuto le due sembrano accorgersi di lei ed interrompono le loro effusioni.

L'assistente si alza dal letto e le si fa incontro sorridendo, è bellissima, le da un bacio leggero sulle labbra, le accarezza delicatamente il viso e lascia scivolare lentamente la mano lungo i seni ed il ventre di Lea, poi le prende la mano e la guida verso il letto facendola distendere supina in mezzo a loro due.
Lea ha i battiti accelerati, è come in trance. Socchiude gli occhi e trattiene il respiro. Ha i capezzoli turgidi e sente nuovamente il calore inconfondibile salire tra le gambe, però è come impietrita ed aspetta con timore ogni iniziativa.

Sente le loro mani accarezzarle tutto il corpo, le loro labbra che le sfiorano i capezzoli, il collo. E' una sensazione piacevole, si sente bella e desiderata ma non riesce a rilassarsi, anzi si irrigidisce ancora di più ed inarca la schiena, cosi facendo però istintivamente allarga leggermente le cosce e fa spazio alle loro mani che iniziano ad accarezzarle anche il ventre.

Si accorge che si sta bagnando sempre di più e prova un forte imbarazzo misto però ad un desiderio sempre più incontrollato, con la mano inizia a sua volta ad accarezzare il corpo della ragazza, ha la pelle liscia, morbida ed il nuovo contatto la eccita ancora di più.
Oramai si rende conto di essere in balia del loro gioco e si arrende concedendosi passivamente alle loro attenzioni.
La lingua della signora quando arriva a destinazione è calda, leggermente ruvida ed ha un effetto devastante sul suo clitoride, sente che non impiegherà molto a venire. Cerca i seni della giovane assistente ed inizia a spremerli con decisione e delicatezza, le piace molto ed è talmente eccitata che è come se vivesse questa situazione da fuori, da spettatrice ma i brividi lungo il corpo sono reali, le scosse che le inarcano la schiena anche e l'orgasmo che arriva improvviso è più che mai autentico, non riesce a trattenere un piccolo urlo ed una serie infinita di gemiti.

A questo punto interrompo il mio racconto per prendere fiato. Mi sono immedesimato molto nella situazione e senza quasi rendermi conto sono a mia volta eccitato.
L'assistente sta pagando le consumazioni al bar, il capo scioglie il nodo alla cravatta, la sfila e la ripone in una tasca. Mi dice che il racconto lo ha convinto ed eccitato molto ma ora è il momento di raggiungere le signore nella stanza.

Per un momento sono disorientato, la chiave della nostra stanza l'ha presa Lea quando è salita assieme alla ragazza ma ora saranno li ad aspettarci o saranno altrove?
Avranno aspettato tranquille chiacchierando del più e del meno o staranno facendo davvero sesso?
Ho perso per un momento anche la cognizione del tempo, forse ho bevuto anche qualche bicchiere di troppo.
Saliamo comunque al secondo piano.
Guardo i due uomini con me sull'ascensore, sembrano impazienti di continuare la serata, forse di materializzare il racconto, o forse si accomiateranno e rientreranno alle loro case dopo avermi lasciato una bozza di contratto da leggere. Sono in confusione. Se Lea ci vede arrivare nella stanza e questi due le si buttano addosso convinti di poterne disporre a piacere?
Non ho il tempo di reagire, l'ascensore è al piano, le porte scorrono e si aprono per farci uscire.
Mi dirigo anticipandoli, a destra verso la nostra stanza, resto un attimo interdetto e l'assistente mi anticipa bussando alla porta in maniera decisa.
Nessuna risposta
A questo punto provo ad entrare, la porta non è chiusa dall'interno, la spingo lentamente, le luci sono spente, nessun rumore.
Il letto è disfatto, quando siamo scesi a cena era in ordine.
Nel bagno trovo della biancheria intima sparsa in terra, riconosco quella indossata da Lea poche ore prima ma c'è anche un altro intimo che non è il suo.
Nessuna traccia di Lea, ne della giovane assistente.

Provo a chiamare al cellulare ma il telefono risulta non raggiungibile.
Ad un tratto l'euforia per il possibile contratto lascia spazio al panico.
Invito i due ad aspettarmi qualche minuto e senza aspettare l'ascensore scendo velocemente i due piani di scale fino alla reception.
Non avrei dovuto lasciarla sola, cosa diavolo sarà successo ?

“la signora Lea ha lasciato questo biglietto“

Apro nervosamente il biglietto e leggo: “Cari lettori, piaciuto il racconto ? In realtà si tratta di uno scherzo, tutto inventato, non siamo mai stati contattati da nessuna casa editrice. Spero comunque vi siate divertiti”
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